Per Massimiliano Del Pidio

Astrospartus Mediterraneus

ASTROSPARTUS MEDITERRANEUS

Ciao amici subacquei, oggi vi vorrei presentare quest’altra meraviglia del mare: Astrospartus mediterraneus o più comunemente chiamata stella gorgone.
Il suo nome è facile da ricordare se consideriamo che il nome scientifico deriva da aster, i più bravi in latino sapranno già che significa stella e spartos =arbusto. Mentre stella gorgone deriva dal fatto che le sue braccia ricordano una creatura mitologica, vediamo se indovinate?? Capelli incolti e pieni di serpenti che pietrificava chi incontrava il suo sguardo…vi è venuto in mente?! Esattamente è lei medusa la gorgone, solo che la nostra stellina di pietrificare gli uomini non ci pensa affatto.
Infatti, Astrospartus mediterraneus, è un echinoderma bentonico e sedentario che vive tra i 30 ed i 100 m di profondità. E’ una specie notturna e fotofoba, abitante del coralligeno la stella gorgone la si ritrova spesso su gorgonie o spugne, preferisce fondali rocciosi, detritici o sabbio-melmosi.

Vediamo un po’ com’è fatto e quali sono le sue abitudini. Il suo corpo è costituito da un disco pentagonale con un diametro di 6/8cm. Da qui si dipartono 10 braccia le quali si ramificano numerose volte creando un intreccio aggrovigliato soprattutto alle estremità sottilissime. Di fatto è un animale filtratore che cattura particelle organiche e piccoli animali planctonici grazie alle sue braccia estremamente ramificate e mobili in tutte le direzioni. Attiva di notte quando caccia, mentre di giorno rimane con le braccia contratte verso la zona orale. Durante la notte distende le sue braccia ramificate con le quali intercetta piccoli organismi, in una sola nottata è in grado di filtrare alcune migliaia di litri d’acqua. Le prede catturate vengono convogliate alla bocca tramite la contrazione del braccio responsabile alla cattura, mentre le altre braccia continuano la caccia.

Non so dirvi molto sulla fecondazione, secondo testi scientifici si sa per certo che i sessi sono separati e che non esiste dimorfismo sessuale. La fecondazione avviene in acque libere con l’emissione di spermatozoi e uova in mare aperto, la larva, chiamata ofiopluteo, conduce una breve vita planctonica per poi fissarsi al substrato dove avverrà la metamorfosi.

Non è così facile da incontrare in immersione, poiché come abbiamo già detto predilige elevate profondità. Quest’esemplare è stato fotografato dal nostro istruttore Massimiliano alla profondità di 36 metri, presso il nuovo relitto a Civitavecchia. Ad ogni modo la stella gorgone non ama la luce nè tantomeno i flash delle macchine fotografiche. Perciò mantenendo ferma la regola guardare e non toccare, in questo caso ok le foto, l’unico souvenir che possiamo portare dal mare, ma non disturbare troppo, poiché questo organismo reagisce particolarmente alla luce chiudendosi, perciò cerchiamo di moderare l’illuminazione. Ricordate sempre…e se estranei venissero a rompervi le scatole a casa vostra, vi farebbe piacere????

Fonti: Flora e fauna del mediterraneo, testo universitario zoologia zanichelli,biologiamarina.org, foto Massimiliano Del Pidio.

Per Massimiliano Del Pidio

Bonellia Viridis

BONELLIA VIRIDIS

Buonasera a tutti mi presento sono bonellia viridis e NO non sono un’alga o un visitors, pur essendo verdina, sono un invertebrato marino, un verme (Phylum Anellida) tanto per intenderci con i meno esperti, ma senza la segmentazione tipica degli anellidi.
Sottoclasse: Echiura
Famiglia: Bonelliidae
Genere : Bonellia
Sono stata descritta, per prima, dal medico torinese Luigi Rolando nel 1821 che mi chiamò così in onore dell’ornitologo Franco Andrea Bonelli, suo amico (così narra Wikipedia).
Come vi dicevo spesso passo inosservata e vengo scambiata per un’alga, poiché spunto in mezzo alle rocce come un filino verde bruno.
Il mio corpo è formato da due parti: il corpo vero e proprio e una proboscide. Il primo è piccolo, ha una forma ovale, sacciforme ed è spesso infossata nella sabbia o tra le rocce e contiene l’apparato digerente, l’apparato riproduttore e all’estremità opposta a quella da cui parte la proboscide è presente l’ano.
La mia proboscide invece, consiste in porzione allungata e tubulare, può raggiungere fino ai 2 metri di lunghezza, in genere questa è l’unica parte che voi subacquei riuscite a vedere. Essa può allungarsi notevolmente ed è estremamente contrattile, infatti se sfiorata si ritrae immediatamente e riesco a raggiungere dimensioni di 20-30 cm. La mi proboscide termina con due espansioni laterali che le danno una caratteristica forma a “T” leggermente ondulata che uso per sondare il terreno per procurarmi cibo. La parte che sta a contatto con il fondale è dotata di una scanalatura con ciglia che producono muco. Grazie a questo muco strisciando la proboscide sul fondo riesco ad intrappolare particelle alimentari e portarle alla bocca che è situata alla radice della proboscide, vicino al corpo cilindrico. Sono un detritivoro.
Fin qui niente di eccezionale, ma adesso vi racconto la parte curiosa dei nostri partners. Tutto quello descritto riguarda noi bonellie femmine. Il maschio è un pochino diverso è più piccolo raggiunge al massimo i 5-6 mm di lunghezza, con un apparato digerente molto ridotto, non ha una bocca sviluppata e per nutrirsi assorbe gli elementi nutritivi attraverso l’epidermide, grazie al rapporto di simbiosi con la femmina. Ebbene si! vive prima nella proboscide della femmina e poi al momento della fecondazione nei pressi degli organi genitali femminili. Non è un esempio di sfruttamento femminile secondo voi?
Ovviamente un altro fatto curioso riguarda la determinazione del sesso. Le larve fecondate vengono liberate, inizialmente nasco asessuato e trascorro la prima parte della mia vita come larva trocofora, tipo di larva di forma simile ad una trottola provvista di ciglia con le quali compio piccoli spostamenti, nuotando libera e felice nel mare. Il mio sesso dipende da quando sono mammona oppure no. Infatti se mi sviluppo lontano da mia madre (ovvero quelle di noi che rimangono libere in mare) diventeranno delle femmine, altrimenti quelle di noi che rimangono intrappolate nel corpo della madre o che nel loro gironzolare si trovano a contatto con un altro esemplare di femmina, entrano nel loro corpo e la larva si trasformerà in un maschio. Questo avviene perché le femmine adulte sono ricche di un pigmento verde detto BONELLINA che induce mascolinizzazione, in assenza di questa sostanza quasi tutte invece diventiamo femmine.
Altra curiosità, parlando del mio pigmento verde la bonellina, che non ha nulla a cui vedere con la clorofilla, ha un effetto tossico in grado di paralizzare i piccoli animali. In presenza di luce, la bonellina induce l’interruzione della mitosi e il “disfacimento” di altri apparati cellulari, uccidendo così batteri, larve ed altri piccoli organismi. Grazie a questo pigmento pur vivendo in ambienti potenzialmente ricchi di organismi incrostanti ne sono completamente priva.
Ad ogni modo la nostra vita è abbastanza sedentaria, viviamo nei fondali detritici e rocciosi ricchi di anfratti, da 10-15 m in poi. Sono stata avvistata dai miei amici subacquei in Sardegna e all’isola d’Elba, ma potete trovarmi in quasi tutte le immersioni fatte nel mediterraneo, ricordatevi solo una cosa siate subacquei responsabili e rispettosi, siete voi gli ospiti perciò limitatevi sempre ad osservarci, senza MAI toccarci o disturbarci, noi non lo facciamo mai.
Fonti:
• Flora e fauna del mediterraneo (A.Mojetta)
• Natura Mediterraneo magazine
• Wikipedia

Foto Scattata a Civitavecchia (Parete Pierucci) da Into The Sea ASD Massimiliano Del Pidio

Per Massimiliano Del Pidio

Octopus Vulgaris

lo sapevate che:

I polpi provengono dalla  famiglia degli Octopodidae (otto piedi) e attenzione attenzione il polpo NON ha i tentacoli  o quantomeno non ha quelli che in Zoologia vengono definiti “tentacoli”. Questi simpatici molluschi cefalopodi sono infatti dotati esclusivamente di braccia, 8 per la precisione, munite di una o più file di ventose.

Al centro, sulla parte inferiore dell’animale, si trova la bocca che termina con un becco corneo utilizzato per rompere gusci di conchiglie e il carapace dei crostacei dei quali si nutre.

Essendo sprovvisti di struttura ossea, i polpi usano i muscoli per dare rigidità al corpo: li contraggono e li rilassano a seconda della necessità e possono entrare in qualsiasi pertugio, aumentando le possibilità di sopravvivenza. Preferiscono uno stile di vita sedentario, sono schivi e molto intelligenti. Non amano la compagnia, ma nonostante tutto hanno un cuore generoso o meglio… hanno tre cuori. Due servono a pompare sangue alle branchie, mentre il terzo lo fa verso il resto del corpo e….udite udite sono di stirpe reale, hanno sangue blu. Invece dell’emoglobina, i polpi usano l’emocianina per ossigenare il sangue, infatti l’alto contenuto di rame di questa proteina dà un aspetto bluastro al sangue.

Pssss…il mio nome è Octopus Vulgaris e sono un polpo e non un polipo, siamo diversi in quanto i polipi sono invece animali acquatici generalmente sessili, esempio l’anemone di mare ecc appartenenti al phylum degli Cnidari. MI RACCOMANDO NON MI CONFONDERE!!!

Per Massimiliano Del Pidio

Discodoris Atromaculata

Salve a tutti mi presento, sono DISCODORIS ATROMACULATA ma voi mi conoscete come Vacchetta di mare per via del mio aspetto tipico arrotondato e piatto e per via della mia colorazione bianca a macchie scure. Sono un Mollusco Gasteropode appartenente all’ordine dei Nudibranchi. Mi presento nuda come mamma m’ha fatta, infatti Il nome nudibranchi sta a significare organismi con le branchie nude,sono totalmente priva di meccanismi di difesa apparenti, come gusci o aculei, ed è per questo che ho evoluto una colorazione che mette in guardia. Se mentre mi guardi vedi un ciuffetto non sono i miei capelli è il mio ciuffo branchiale che si trova nel mio lato posteriore, perciò sicuramente non mi stai guardando in faccia. Nella mia parte anteriore si trovano due piccole corna dette i rinofori, sono le mie appendici sensoriali. Sono ghiotta di spugne ed in particolare della Petrosia Ficiformis, dove spesso è facile incontrarmi, vivo nel mediterraneo e prediligo pareti rocciose e basse profondità, incontrarmi è semplice,basta cercarmi…..e ricorda sempre guardare si, toccare mai (tratto da flora e fauna del mediterraneo) 😉

Per Massimiliano Del Pidio

Charonia Tritonis

Ecco a voi Re Tritone… Fotografato a Lampedusa…
Pillole di Bio… Con i suoi 30- 40 cm di lunghezza massima, Charonia Tritonis (detto comunemente tritone) è il più grande gasteropode esistente nel Mediterraneo e non solo. Come tutti i molluschi gasteropodi è caratterizzato da un unico organo di movimento costituito da un piede che ha funzione locomotoria ed è unito alla conchiglia portata dorsalmente da un robusto muscolo. Vive prevalentemente su fondi rocciosi ed è una specie necrofaga ma anche carnivora, si ciba di echinodermi, in particolare delle stelle rosse. Il colore della sua conchiglia tende ad essere piuttosto chiaro e va dal marrone beige al bianco, presenta lunghe appendici, che sono gialline per parte della loro lunghezza e ornate da due sottili fasce nere. I suoi occhi sono ben visibili all’estremità, infatti guardando attentamente la foto si riesce a scorgere un occhietto vicino alle appendici. Ahimè la specie è in via di estinzione poichè a causa della bellezza della sua conchiglia viene raccolta a fini collezionistici. Con un pizzico di fortuna potreste incontrarla soprattutto nel bellissimo mare della Sicilia e detto ciò aguzzate la vista e ricordate: l’unico souvenir che possiamo riportare da un’immersione dopo averla incontrata è la sua foto.

Per Massimiliano Del Pidio

Scorfano

Scorfano l’immortale
Ebbene si questo esemplare di scorfano rosso appartenente alla classe osteitti della famiglia delle Scorpaenidae, è un pesce highlander… è addirittura in grado di sopravvivere fuori dall’acqua senza i suoi organi vitali. E’ una specie molto resistente in grado di far fronte a buona parte delle avversità inquinamento in primis. E’ stanziale perciò cascasse il mondo lui da casa sua non se ne va. Questo ha fatto si che questo pesce abbia sviluppato una resistenza fuori dal comune, tra cui un efficientissimo sistema cardiocircolatorio, perciò anche fuori dall’acqua gli basta quel poco sangue rimasto in corpo per sopravvivere addirittura per alcune ore.
Il suo aspetto non proprio aggraziato, è in realtà molto efficace nell’ottenere un perfetto mimetismo con l’habitat in cui vive, passa gran parte del tempo fermo immobile in un punto rialzato del fondale attendendo che una preda gli passi davanti. Il suo corpo, ovale, appare compresso e pieno di creste ed appendici diversamente sviluppate. Le spine dei raggi della pinna dorsale e dell’opercolo branchiale sono collegate a ghiandole velenifere che rendono assai dolorosa la puntura. Perciò ricordate sempre guardare si toccare mai, soprattutto in questo caso.

Per Massimiliano Del Pidio

Holothuria forskali

Ma quale spiderman o i fantastici Avengers sono io che ho i superpoteri!!!!
Mi presento quello nella foto a puntini bianchi sono io Holothuria forskali, mi conoscete come str…di mare, perciò facciamo che cetriolo di mare andrà benissimo. Mi vedrete sempre tranquillo sul fondo perché mi muovo lentamente e mi nutro di materiale organico e detriti presenti sul fondale, sono una sorta di aspirapolvere, ma guai a farmi arrabbiare… Quando mi sento minacciato, emetto attraverso l’ano, dei lunghi filamenti appiccicosi di colore bianco detti Tubi di Cuvier con cui immobilizzo o distraggono i miei predatori. Il materiale appiccicoso che rilascio si indurisce rapidamente, perciò cari umani non vi conviene strizzarmi soprattutto a mani nude, perché rischiereste di radervi la peluria del vostro corpo. Uomo avvisato mezzo… rasato. Questi tubuli sono una mia prerogativa e di tutti quelli che presentano i puntini come me. Un giorno vi presenterò mio fratello: Holothuria tubulosa, lui addirittura si auto mutila se minacciato, ma di lui vi racconteranno la prossima volta. Saluti dalla vostra Oloturia appiccicosa e ci vediamo in mare, ma… senza toccare….

Per Massimiliano Del Pidio

Parazoanthus Axinellae

La margherita di mare è un esacorallo della famiglia Parazoanthidae.
Animale di forma polipoide, privo di scheletro calcareo, con una base che ingloba granuli di sabbia o altri detrit, e un corpo colonnare, retrattile, di clo arancio con tentacoli da 24 a 36 disposti su due file. Forma colonie spesso di molti individui ravvicinati, che ricoprono anche intere zone in modo fitto. Gli animali sono collegati tra loro tramite un cenenchima calcareo che va ad incrostare il substrato di supporto. Dimensioni fino a 5 mm di diametro per 10-15 mm di altezza.

Riproduzione
Nella stessa colonia convivono individui sia di sesso maschile che di sesso femminile. Animale oviparo, si riproduce all’inizio della primavera.

Distribuzione e habitat
Questa specie è presente nel mar Mediterraneo e nell’oceano Atlantico orientale, da 1 metro di profondità fino a oltre 100 metri, in zone poco illuminate. Spesso associato a spugne del genere Axinella o ad ascidie del genere Microcosmus, sovente su fondali ricchi di coralligeno. Predilige zone mosse da corrente.

Per Massimiliano Del Pidio

Giglio Di Mare

Giglio di Mare… La classe dei Crinoidi è caratterizzata dalla presenza di braccia (cirri) rivolte verso l’alto e provviste di tanti piccoli rami (pinnule) che in questo modo raccolgono le particelle alimentari in sospensione nell’acqua. Nelle forme più evolute le braccia si sono ramificate, da 5 fino addirittura a 200. Alla loro base si osservano la bocca e l’ano collegati da un breve tubo digerente a forma di U. Le braccia sono ricoperte da piastre articolate e possiedono un solco sul lato interno rivestito da cellule cigliate che producono muco. Le particelle alimentari rimangono invischiate dal muco e vengono spinte dalle ciglia verso la bocca.